I fiori sono piccoli capolavori perfetti, sono l’espressione di un mondo in cui non dobbiamo aggiungere una virgola. Destinati a riempire la vita di una bellezza folgorante, protesi verso il cielo ma pur sempre legati alla terra.
Nella natura trovo la mia ispirazione più profonda; colori, linee, forme, spazi, movimento. Tutto questo alimenta le mie emozioni che diventano pensiero e il pensiero diventa disegno.
Ma tutto parte …dal saper vedere.
L’occhio per riconoscere la forma di un oggetto deve sapere mettere in continuità piani, spigoli, contorni, superfici. Anche la forma della cosa più nota, se osservata con un particolare orientamento può presentarsi con uno scorcio prospettico così inconsueto da rivelare un contorno del tutto insolito, da non consentirne il riconoscimento.
Il saper disegnare implica un correlato e propedeutico saper vedere.
«È sbagliato dire che tutti sanno vedere, e non tutti sanno disegnare: in questo modo si scindono le due cose mentre si tratta solo di diversi stadi di una stessa attività»
L’occhio, cioè, per poter riconoscere la forma di un oggetto deve completare sempre quanto appare visibile con quanto rimane invisibile, deve operare una continuità spaziale e morfologica tra il visto e il non visto: senza questa integrazione ogni forma risulterebbe parziale, incompleta e quindi irriconoscibile.
Il vedere per disegnare presuppone un superamento del modo abituale di vedere, vuol dire esercitare quell’intelligenza dell’occhio che fa del vedere una sorta di costruzione del visibile che rappresenta l’unica strada che ci permette di cogliere e distinguere ogni elemento come una presenza singolare.
Sostanzialmente il disegno potrebbe essere ridotto a un unico elemento strutturale: la linea di contorno. Questa linea è già essenzialmente disegno; è il disegno allo stato puro. Essa condensa simbolicamente una pluralità di concetti come confine, orlo, bordo, profilo, margine, limite…
Nel disegno artistico la linea di contorno, per sottile che sia, è sempre considerata una componente dotata di “forma”, di “colore”, di “valore emozionale”. Ciascuna linea, tracciata sopra un foglio di carta, occupa uno spazio e possiede anch’essa una forma di proprio conto. II contorno rivela il dialogo intimo e serrato che la linea intrattiene con la forma, nella loro reciproca corrispondenza. Le cose non hanno un solo contorno, ma infiniti contorni, tanti, quanti sono i punti di vista dai quali possiamo vederle, percepirle, sentirle.
L’esercizio del disegno esplica una forza formante basata sulla capacità di concentrazione dello sguardo, che lavorando tra il conoscere e il costruire, tra il rilevare e il formare, è costretto a discriminare quel che per troppa evidenza è diventato invisibile. Per questa sua peculiare modalità, il disegno si manifesta come una delle più alte forme di intelligenza, in quanto consente di rendere il massimo delle nostre intenzioni e delle nostre impressioni con il minimo dei mezzi a disposizione; in questo senso la sua natura si colloca a metà tra il fisico e lo spirituale.
Tra pensare e disegnare non c’è differenza alcuna: l’essenza della linea è quella di essere un distillato di pensiero.
Questa breve introduzione sul disegno è per me doverosa prima di entrare nello specifico di ciò che per me è parte di un’illustrazione e che, se vi va, vi racconterò nel prossimo post.
2 Comments
Che meraviglia leggerti, aspetto il prossimo post
22 Aprile 2021 at 16:49grazie Micol. Nel prossimo post cercherò di entrare più nel dettaglio e nella concretezza del disegno.
22 Aprile 2021 at 19:17