Queste giornate mi stanno regalando una nuova visione del tempo. Mi stanno forzatamente obbligando a modificare la mia routine quotidiana, a creare nuove abitudine, a eliminarne altre, a concentrarmi su ciò che davvero conta per me e per chi mi sta attorno.
Superata la fase iniziale della pulizia profonda di ogni angolo di casa, anche il più remoto; passata la fase, peraltro per me già iniziata tempo fa del decluttering ( ho eliminato qualsiasi cosa non mi “regalasse più gioia” e credetemi ho eliminato tante tante cose); modificato spazi e ri disegnato angoli piccoli o grandi per dare nuovi volumi e diversa prospettiva all’ambiente che mi circonda , ho avuto tanto, tanto tempo per decidere come occupare il tempo che all’improvviso sembrava amplificato.
Mi sono finalmente decisa a riprendere in mano alcuni corsi che avevo abbandonato, ho dedicato tempo al mio benessere fisico e mentale iscrivendomi ad un corso online di yoga e meditazione ( cosa che avrei voluto fare da tanto ), ho aumentato il tempo che dedico allo studio della lingua giapponese, sto provando nuove ricette cimentandomi anche nei lievitati ( da me tanto temuti) e ovviamente mi sono dedicata ai miei acquarelli e all’esplorazione di nuove forme, linee e soprattutto colori.
Ma non era di questo che volevo parlarvi.
Vi ho accennato allo studio della lingua giapponese che è arrivato per me ad un punto cruciale : lo studio dei Kanji gli ideogrammi cinesi adottati nella lingua giapponese intorno al V secolo d.C.
I kanji sono per me tanto difficili quanto affascinanti perchè ritengo racchiudano in sè il significato intrinseco della cultura giapponese e rivelano in piccoli tratti un mondo fatto di gentilezza, attenzione per gli altri , amore per la natura, insomma il cuore dei giapponesi e della loro lussureggiante cultura.
I kanji sono disegni, collage di elementi presi dal mondo vegetale, minerale e animale, da un tempo di uomini e dèi che, con tono perentorio, decisero la disposizione delle cose, definirono la loro natura, la fecero disegno e infine scrittura. [da WA di Laura Imai Messina]
Ho deciso così di raccontare nel mio blog i kanji, queste microstorie in piccoli tratti. Sceglierò quelli che più mi affascinano per condividere, con chi mi segue, il profondo significato di termini che straripano di poesia e direzionano l’attenzione sulle tante sfumature di quanto, sommariamente, ci limitiamo a chiamare “natura “.
Il primo termine che ho scelto è KOTOBA = PAROLA
言葉
Mettere in parola è < fare del dire una foglia , un albero che cresca gemmando rami e accompagnando dove un fiore, dove un frutto, o un’altra foglia ancora. E’ un’immagine poeticamente evocata dagli ideogrammi di KOTOBA 言葉 , parola, che vuole che il primo carattere intenda il <dire > mentre il secondo kanji rappresenti cose piane, sottili, petali o foglie.
La visione di un arbusto che si sviluppa ponderoso in altezza e abbia fronde rigogliose e brillanti è una splendida metafora del linguaggio.
[da WA di Laura Imai Messina]
xoxoxo
2 Comments
La lingua è forse lo specchio più completo di una cultura di un popolo…
8 Aprile 2020 at 15:00Concordo !
9 Aprile 2020 at 10:56